TERIACA D’ANDROMACOVECCHIO, SECONDO GALENO.
P.:
Trocisci di Scilla dramme XLVIII
Trocisci di Vipera
Trocisci edicroi92
Pepe lungo ana dramme XXIIII
Rose secche
Iride illirica
Sugo di Logorizia
Seme di Navone salvatico93
Scordio94
Balsamo95
Cinnamomo
Agarico96 ana dramme XII
Mirra
Costo97
Zafferano
Cassia
Spigo nardi98
Squinanto99
Incenso
Pepe nero
Dittamo di Candia100
Cime di Marrubio101
Rapontico102
Stecade103
Petrosellino macedonico104
Calamo montano
Terebinto105
Gengiovo106
Radici di cinquefoglie107 ana dramme VI
Polio cretico108
Campiti109
Stirace110
Racemi d’amomo111
Meu112
Nardo celtica
Terra lennia113
Rù pontico114
Camedri(o)
Folio vero115
Radici di genziana
Calciti arso116
Anici
Sugo d’ipocistide117
Carpobalsamo118
Gomma
Seme di finocchio
Cardamomo
Seseli119
Acacia
Tlaspi120
Iperico
Sagapeno121
Amni122 ana dramme IIII
Castoro
Aristolochia tenue
Seme di Dauci123
Bitume giudaico
Sugo di panace124
Centaurea
Galbano125 ana dramme II
M(i)ele di Spagna libbre X
Vino Falerno quanto basta.
Fassi in questo modo, che non diverso dall’intenzione di Galeno126.
Piglia l’erbe, le quali sono queste. Lo Scordo, il Calamento, il Marrobbio, lo Stecade, il Dittamo, il Polio, la Querciola, l’erba Iva, l’Iperico, la Centaurea, e lo Squinanto prima tagliato minutamente con le cesoie. Pestale e passale per istaccio, e serbale, turate benissimo in scatole che non svaporino. Questo medesimo farai delle radici, che sono il Gengiovo, l’Iride, il Rapontico, il Cinquefoglie, il Nardo indico, ed il gallico, la Genziana, il Costo, il Meu, il Rù, l’Aristolochia tenue. Pesterai, e passerai per istaccio similmente i semi, che sono il Petroselino, l’Amni, gli Anici, il Finocchio, il Dauco, il Cardamomo, ed il Seseli, serbando quello del Tlaspi, e del Navone per farne come di sotto si dirà. Si riducono in polvere, e si passano per istaccio ancora i Trocisci di Vipera, di Scilla, gli Edicroi, il Pepe lungo, ed il nero, le Rose, il Zafferano, la Terra lennia, il cinnamomo, la Cassia, il Carpobalsamo, il Castoro, e l’Asfalto.
Fatto questo si mescolano con l’altre polveri dell’erbe, delle radici, e de’ semi, che di sopra abbiamo detto, alle quali si aggiugne l’Agarico strofinato, o fregato sopra lo staccio, e passato, se bene Galeno lo mette a pestare con l’altre cose dette. L’Incenso si pesta da sé sottilmente, e si serba per spargerlo poi a poco a poco con uno staccio fine sopra le gomme liquefatte. Fatto che avrai un corpo delle sopradette polveri, infonderai le gomme, i sughi, ed il seme del Tlaspi, e del Navone per ispazio di ventiquattro ore.
I sughi che s’infondono nel vino sono l’Oppio, l’Acacia, l’Ipocistide, e la Logorizia; le lagrime o gomme sono la Mirra che s’infonde da per sé, il Sagapeno, e l’Opoponaco insieme, e la gomma da sé sola. Il seme di Tlaspi, e del Navone, l’acciacchiamo nel mortaio, e vi spruzziamo sopra del vino, e quando è inzuppato, si pesta di nuovo nel mortaio, e si passa per istaccio come si passa la Cassia, e quello che non si passa si torna a ripestare spruzzandovi dell’altro vino, e così si fa tante volte che passi tutto, e sopra il quale così caldo passerai per istaccio i sughi risoluti in vino, e che sieno caldi, e sopra questi si passano le gomme liquefatte nel vino, e calde, dimenando continuamente acciocché si uniscano, ed unite che elle sono vi spargerai con uno staccio fine a poco, a poco l’incenso polverizzato sopra detto: mentre che tu passi per istaccio le gomme, ed i sughi, metti il Terebinto in bagno a liquefarsi, e liquefatto che egli è aggiugni lo Storace, ed il Galbano pesti lungamente con pestello di ferro, aggiugnendovi nel pestare un poco di mele crudo, e quando saranno state così alquanto aggiugnivi un altro poco di mele crudo. Di poi passale per istaccio, e serbale da per sé in luogo, che si mantengano calde, in tanto il corpo sopradetto fatto de’ sughi, e delle gomme risolute nel vino così caldo lo metterai in un mortaio di porfido, o di bronzo, e comincerai a spargervi sopra le polveri a poco, a poco, unendole benissimo tanto che si riduca a forma che si possa pestare, e pestato che l’avrai alquanto, aggiugnivi una parte di mele mediocremente cotto, e benissimo schiumato, e di poi una parte di polvere, e poi del Terebinto mescolato collo Storace, e col Galbano sempre agitando, e quando saranno bene unite seguiterai di mettere ora mele, ora polvere, ed ora Terebinto, e finito il Terebinto seguiterai di mettere quando una parte di mele, e quando di polvere tanto che ogni cosa si finisca, ed allora, o poco prima si può aggiugnere il Balsamo, ed in ultimo per dargli colore si sparge sopra il Calciti preparato, e polverizzato,… e finito il Calciti si seguita di mestare continuamente per due, o tre ore. Si dee comporre al Sole, e fatta che ella è si dee riporre in vasi di terra bene invetriati, e di quivi a quattro, o cinque giorni rimetterla al Sole, ma col vaso coperto, e rimestarla benissimo, di poi ogni sette, o otto giorni fare il medesimo, tanto che passino due mesi, o almeno quaranta giorni.
Per il Nardo indico si piglino solo le radici nette dalla terra.
Il vino Falerno si pigli che con l’aromatico abbia dell’amabile, e conservi lungo tempo tali qualità, cose che più si verificano nel vino di Spagna, in qualche Malvagia amabile, e talora nel Greco d’oggidì127.
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