Controtransfert
Enactment
Selfdisclosure
Breve excursus storico: Il ruolo dell’Analista, dalla neutralità alla soggettività
Dott.ssa Chiara De Giorgi
Il
controtransfert
Il complesso delle reazioni emotive dello psicanalista verso il paziente nella
situazione terapeutica.
Anni 50’ acceso dibattito:
L’analista era considerato portatore della funzione analitica, libero da
conflitti
e in grado di reagire come una tabula rasa
Burke e Tansey: il controtransfert riguarda anche sentimenti, vissuti, agiti
problematici difficili da cogliere, a volte irrefrenabili, dell’analista stesso.
IN CONTRASTO CON L’ OBSERVING SCIENTIST
È evidente perciò che la riflessione sul controtransfert operata in quegli anni
si pone immediatamente come problema di carattere non tanto tecnico
quanto epistemico e teorico, investendo l’aspetto dell’obiettività della
conoscenza del reale e sviluppando così le conseguenze, implicite per
altro nella freudiana “scoperta” dell’inconscio, sulla possibilità di
un’obiettiva conoscenza di sé.
L’”Altro”, che era comparso sulla scena analitica già nella prima metà del
secolo con la Scuola inglese delle relazioni d’oggetto, si delinea ora con il
peso della sua valenza inconscia e degli effetti che produce, né chiari né
immediatamente percepibili o padroneggiabili.